Si può guarire dalle intolleranze e dalle allergie alimentari?

Si può guarire dalle intolleranze e dalle allergie alimentari?

di Kathryn Alexander

Negli ultimi 20 anni ho visto un significativo aumento del numero di pazienti che si presentano con una moltitudine di sintomi relativi alle allergie alimentari. Le reazioni avverse che essi sperimentano vanno dai dolori intestinale locali o intestino irritabile (diarrea e / o stitichezza), fino ad un aggravamento che può portare a malattie della pelle (eczema, psoriasi), asma, problemi articolari come artrite, esacerbazione di condizioni autoimmuni, vaginite, mughetto e emicrania.

Nella maggior parte dei casi un lieve disagio dovuto ad un' allergia non può avere effetti significativi sullo stile di vita, ma un numero crescente di persone stanno vivendo non solo un aumento del numero di intolleranze alimentari ma anche un aggravamento nelle reazioni. Per quanto riguarda queste persone è come assistere a un piccolo fuoco che non è stato completamente spento in via preliminare ed è arrivato così a cronicizzarsi e in questi casi anche la più piccola quantità di allergene (un antigene che provoca la risposta infiammatoria) può fare da innesco.

Molti anni fa, al college, mi è stato insegnato che l'infiammazione inizia nell'intestino e si muove "a valle". Questo significa semplicemente che ad un certo punto l'infiammazione si estende dall'intestino incidendo i tessuti superficiali, come la pelle e le membrane delle mucose, poi si sposta verso l'interno influenzando i polmoni e successivamente le articolazioni e il tessuto connettivo. Essendo questa patologia inspiegabile ma avendo capito che l'intestino doveva rimanere in salute si è ritenuto importante nell'eziologia della malattia infiammatoria prescrivere probiotici (batteri buoni) e una dieta ricca di fibre.

Tuttavia, questo non è mai sufficiente a invertire la situazione. Una volta innescata l'allergia si rimaneva sempre allergici. Quindi il controllo piuttosto che la cura è diventato l'obiettivo del trattamento. Questo, di per sé, non sarebbe un problema se l'allergia potesse essere efficacemente controllata, senza effetti collaterali negativi, ma la sua diffusione è rapidamente aumentata e i suoi sintomi sono diventati sempre più importanti fino a mettere in pericolo di vita chi ne è affetto. Negli Stati Uniti si stima che il 9% -16% della popolazione soffre di allergie, con l'1% della popolazione adulta e il 5% dei bambini al di sotto dei 3 anni affetti da allergia alimentare.

Questo non è un buon scenario. Ciò significa che sempre più persone stanno diventando allergiche a sostanze che in circostanze normali non costituiscono una minaccia per il corpo e non dovrebbero indurre una risposta infiammatoria. Le risposte infiammatorie dovrebbero essere riservate per gli agenti patogeni, come virus e batteri che costituiscono invece una vera e propria minaccia per la nostra salute.

IMMUNOGLOBULIN A - Il percorso non infiammatorio

Fortunatamente, negli ultimi dieci anni abbiamo aumentato la nostra comprensione della risposta allergica. Ora sappiamo che il nucleo del problema è un deficit di IgA (immunoglobuline A), 2 l'anticorpo che viene prodotto per pattugliare le mucose (degli occhi, delle ghiandole mammarie, del tratto respiratorio, del tratto genito-urinario e del rivestimento dell'intestino) e che ha il compito di bloccare l' accesso a entrambi i patogeni e gli antigeni ambientali ed alimentari. L' IgA fa da cappotto verso questi potenziali invasori e contribuisce alla loro distruzione o eliminazione senza incorrere in una risposta infiammatoria. Tuttavia, se tali antigeni violano le difese naturali ed entrano in contatto con il sistema immunitario interno si può verificare una risposta infiammatoria.

Tuttavia, non è così semplice visto che quello che i ricercatori hanno scoperto è che gli antigeni alimentari sono assorbiti e intatti nella circolazione da individui sani e che gli anticorpi contro le proteine alimentari si sono trovati in molte persone - l'esclusione immune quindi non è mai totale. Questo significa che gli antigeni in circostanze normali non possono provocare una reazione infiammatoria. 3

Il ruolo centrale della flora intestinale

Allora, cosa va storto? Questo è veramente il punto di interesse e cioè dove si comincia ad apprezzare l'importanza dei nostri commensali: la microflora intestinale. Questi microbi che popolano l'intestino, hanno la capacità di cambiare il sistema immunitario da uno stato pro-infiammatorio a uno stato non-infiammatorio. E' così semplice. Le cellule epiteliali intestinali (IEC) di routine assaggiano la microflora, e in base alla prevalenza dei ceppi si determinerà il rilascio di sostanze chimiche specifiche (citochine) dai IXC. Queste citochine colpiranno poi le cellule immunitarie locali e i tessuti circostanti. Un campionamento di batteri benefici segnalerà l'IEC e sarà in grado di liberare le citochine non-infiammatorie, il TGF-ß (TGF-ß) e IL-10 (interleuchina 10), mentre un campionamento della microflora più patogeno segnalerà il rilascio di citochine pro-infiammatorie quali IL-4 e IL-5 (interleuchina 4 e 5). 4

Le citochine sono solo messaggeri chimici. Le citochine non infiammatorie, in particolare TGF-ß, stimoleranno la produzione e il rilascio di SIgA (secretoria immunoglobulina A) tramite un ramo specifico di cellule immunitarie locali. Come sappiamo, questo ramo non-infiammatorio del sistema immunitario intestinale mantiene libero da patogeni l'intestino (fa da cappotto e li elimina) e aiuta la digestione delle proteine alimentari difficili presentandole agli enzimi digestivi in una forma più accettabile. Il TGF-ß, come suggerisce il nome, stimola anche la rigenerazione di IXC che migliora l'integrità della mucosa (riparazioni danni o intestino permeabile) e aumenta la produzione di enzimi amido scissori, come ad esempio la lattasi disaccaridasi, la saccarasi, la maltasi, la glucoamilasi, e anche la peptidasi, il N-aminopeptidase. La produzione di IEC per la produzione di enzimi è essenziale per la digestione terminale di grassi, proteine e zuccheri; un' incompleta digestione delle proteine, quali la caseina (proteina del latte) e il glutine (proteina del grano) provoca due delle allergie alimentari più comuni, mentre gli zuccheri indigeriti portano inevitabilmente a intolleranza al lattosio e diarrea, la loro fermentazione nel colon provoca gonfiore e flatulenza, e il loro il ritorno alla circolazione provoca vaginiti e mughetto.

Quando vi è una predominanza di batteri patogeni (come può accadere durante qualsiasi infezione gastrointestinale o dopo l'assunzione di antibiotici), le citochine infiammatorie segnalano le cellule immunitarie locali perchè liberino anticorpi (immunoglobuline) coinvolti nell' allergia (IgE) e nelle malattia infiammatoria (IgG). Quando si attiva questo ramo, il ramo non infiammatorio è soppresso, e un circolo vizioso di infiammazione e allergie ne consegue.

Così i commensali della microflora decidono quali citochine vengono rilasciate nell'ambiente limitrofe e questo, a sua volta, determina il tipo di risposta immunitaria. Inoltre, queste cellule immunitarie, una volta innescate, possono migrare verso mucose lontane, come la ghiandola mammaria, i polmoni, le ghiandole salivari e la cervice e stimolare reazioni pro-infiammatorie o non-infiammatorie. Questo è il motivo per cui così tante condizioni infiammatorie sono legate a allergia alimentare. Tuttavia, come si può capire la risposta non sta nella rimozione a lungo termine del cibo ritenuto colpevole, ma nel ripristinare la propria produzione di SIgA, che a sua volta migliorerà l'integrità intestinale, la capacità digestiva e la correzione della disbiosi (microflora ambientale patogena) . Con una regolazione del percorso non infiammatorio (sintesi IgA), il percorso pro-infiammatorio o allergico (IgE e IgG) verranno soppressi automaticamente.

Cosa Fare:

· Rimuovere i colpevoli alimentari dalla dieta per un periodo iniziale per consentire la guarigione dell'intestino e per il ripristino della produzione di SIgA. I complessi immunitari possono avere attività residua della durata fino a 12 mesi, per cui non si deve essere troppo veloci nel reintrodurre gli alimenti, soprattutto se si dispone di una condizione infiammatoria o autoimmune cronica. È di fondamentale importanza per ristabilire la tolleranza orale nei bambini, non rimuovere troppi alimenti nutrienti in modo da non lasciare il bambino con un attività immunitaria compromessa ma nel contempo non renderlo vulnerabile all'aumento dell' allergia.

· La produzione di IgA non aumenterà senza un aiuto dunque occore introdurre probiotici che sono noti per indurne la produzione. Ci sono due probiotici che mi sento di raccomandare, Lactobacillus plantarum 299v, che induce IL-10 (molto buono per le malattie infiammatorie intestinali), e Saccharomyces boulardii, che stimola il TGF-ß. IL-10 è necessario per lo sviluppo di linee cellulari anti-infiammatorie in un ambiente dominante infiammatorio, mentre il TGF-ß è lo stimolante primario per la produzione di SIgA. Sarà quindi in grado di guarire un intestino permeabile, inibire ceppi patogeni e migliorare la vostra digestione generale. Semplicemente un'integrazione con IgA bovina (trovato in prodotti che contengono colostro o siero di latte) non migliorerà la produzione endogena di SIgA.

  • Se è assolutamente necessario prendere antibiotici prendere contemporaneamente e successivamente Saccharomyces boulardii. Gli antibiotici distruggono l'equilibrio della microflora, portano alla proliferazione di funghi (candida) e possono provocare l'insorgenza di allergie alimentari.
  • Saccharomyces boulardii è un lievito non patogeno che tiene a bada la candida, diminuisce la permeabilità intestinale e inibisce la ricolonizzazione da specie patogene. Eviterà anche effetti collaterali gastrointestinali indesiderati provocati dagli antibiotici.
  • Potrebbe essere necessario introdurre altri probiotici più tardi per ristabilire una sana microflora. Lactobacillus acidophilus NCFM non solo inibisce l'adesione e la colonizzazione dei ceppi patogeni, ma induce anche la produzione di citochine di regolamentazione, come Bifidobacterium B1-07.

· Assicurarsi che la dieta sia ricca di amido-resistenti (fibra solubile che si trova in tutti i cereali integrali e legumi), visto che questo fornisce nutrimento e favorisce la crescita dei batteri benefici. Gli acidi grassi a catena corta, prodotti come sottoprodotto della fermentazione batterica, forniscono combustibile per i colonociti (cellule del colon) mantenendo la parete intestinale sana e protetta dal cancro.

· Essere discriminante nella scelta del probiotico. Non tutti i probiotici hanno gli stessi effetti benefici; ci sono ceppi specifici che inducono risposte benefiche. Ho trovato che il prodotto VSL # 3 è probabilmente il probiotico a tutto tondo più efficace sul mercato.

· Il vantaggio di assicurare un sistema immunitario equilibrato è che non solo si è protetti contro le malattie infiammatorie ma si otterrà una regolazione dell' immunità generale garantendo una maggiore protezione contro le infezioni in generale a sostegno delle risposte immunitarie cellulari - un ramo del sistema immunitario coinvolto nella lotta contro il cancro, e le infezioni fungine.

 

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